Fiere, l'intervento di Morselli: "Sfruttiamo il digitale per esporre i nostri prodotti"

11/04/2021

Fiere, l'intervento di Morselli: "Sfruttiamo il digitale per esporre i nostri prodotti"
Il Coronavirus ha cancellato le fiere. Da un anno a questa parte, quando l’emergenza sanitaria si è propagata in tutto il mondo, le manifestazioni fieristiche hanno visto l’annullamento per comprensibili motivi di sanità pubblica. Abbiamo affrontato l’argomento con Gian Lauro Morselli, ceo di Emiliana Serbatoi.
Quali sono le fiere o manifestazioni del settore nazionali e internazionali a cui partecipa Emiliana Serbatoi e qual è l’ultimo evento al quale l’azienda ha preso parte prima che scoppiasse la pandemia?
«Le fiere a cui partecipa Emiliana Serbatoi riflettono i settori merceologici di riferimento dell’azienda e le applicazioni dei nostri serbatoi e sistemi di stoccaggio: dunque si spazia dall’agricoltura al movimento terra, dalla ferramenta all’ecologia, dall’automotive all’oil&gas, dal nautico agli impianti industriali. L’ultima fiera a cui abbiamo partecipato in presenza a livello internazionale è stata il Conexpo a inizio marzo a Las Vegas, negli Usa, un’importante rassegna internazionale sul settore delle costruzioni. Da quella data è trascorso esattamente un anno: era il 10 marzo 2020. In Italia, invece, a metà ottobre abbiamo preso parte a OilnonOil, una rassegna sul comparto dei carburanti e delle energie».

Concorda sul fatto che le fiere rappresentano ancor oggi uno dei luoghi irrinunciabili dell’incontro commerciale, nonché un’occasione imperdibile per consentire alle aziende di aggiornarsi sul mercato ed eventualmente aggiornare la propria proposta?
«Le fiere costituiscono senza dubbio uno strumento insostituibile per un’azienda, sia per la costruzione di nuovi rapporti commerciali, soprattutto con player esteri, a maggior ragione per un’azienda come la nostra estremamente interessata all’export; sia per un confronto con i competitor. In merito al rinvio delle fiere, Emiliana Serbatoi aveva approntato un articolato programma per il 2020 che è slittato nel 2021, ma anche quest’anno esiste il rischio concreto che il calendario fieristico internazionale possa subire numerosi annullamenti. Come tutti, ci siamo dovuti piegare all’emergenza sanitaria e naturalmente alle ragioni della salute pubblica. Ci auguriamo, naturalmente, che si torni alla normalità prima possibile».

Qual è il valore aggiunto dell'incontro fisico tra azienda e operatori che avviene in fiera? Pensa possa essere sostituito dall'interattività oggi disponibile sui canali digitali?
«Sicuramente i canali digitali possono rappresentare un’ulteriore vetrina e sono uno strumento importante per interagire in tutto il mondo, ma l’incontro fisico, almeno nelle prime fasi di un’intesa commerciale, è indispensabile per la costruzione di un rapporto, anche dal punto di vista della rispettiva fiducia».

Pensa che la scelta degli enti fiera di puntare su forma ibride rappresenti una opportunità per massimizzare l'investimento dell'espositore (ad esempio prolungando la fiera oltre la durata dell'evento fisico aumenta il numero dei contatti, aumenta la visibilità e la possibilità di intercettare nuovi clienti).
«Le forme ibride, quindi la combinazione di fiera “fisica” ed evento “virtuale”, possono essere interessanti, pur ricordando che l’evento in presenza risulta trainante. Da quanto abbiamo visto negli ultimi anni, svariate manifestazioni si sono dotate di una controparte digitale che non sempre era all’altezza. Per esempio, limitarsi a una “vetrina” dei prodotti e a un sistema di messaggistica interno non è sufficiente. Occorre stimolare una vera e propria interazione online tra espositori e clienti: esattamente come avviene dal vivo, dove gli stand esercitano attrattività verso il pubblico grazie anche alle modalità organizzative attivate dagli enti fieristici».

Pensando alla migrazione anche solo parziale della fiera sull’online, preferirebbe che si puntasse su una vetrina-prodotto digitale che sfrutta anche l’interattività dell’online per accedere ai canali digitali dell’azienda (sito, canale youtube, social ecc,) o su una vera e propria fiera virtuale con espositori reali in stand merceologici, incontri con buyer, forum, etc?
«Entrambe sono ipotesi valide; certo la possibilità della “fiera virtuale” può costituire una piattaforma più completa, soprattutto dal punto di vista dell’offerta informativa e commerciale al cliente nonché della possibilità di stimolare un contatto immediato che poi, va da sé, si può spostare su canali più formali. Questa ipotesi è percorribile, come abbiamo lo scorso novembre alla versione digitale di Eima International, ma la piattaforma tecnologica deve essere all’avanguardia e in grado di supportare un traffico elevato, nonché risultare user-friendly, rendendo l’esperienza dell’utente quanto più fluida possibile. Lo scetticismo verso lo strumento può essere attenuato solo da una funzionalità consolidata, che al momento non mi pare sia così diffusa».

Oltre a Eima digital, a quali altre fiere online ha partecipato Emiliana Serbatoi negli ultimi mesi?
«Premetto che molte tra le fiere a cui negli ultimi anni abbiamo partecipato sono state accompagnate da una piattaforma virtuale, anche se in diverse circostanze si è trattato di una pagina-vetrina con un’offerta limitata di interattività. Ciò detto, negli ultimi mesi abbiamo partecipato anche alle versioni “online” della fiera italiana dell’ecologia Ecomondo, della fiera francese del “green” Pollutec e la kermesse americana dedicata all’agricoltura World Ag Expo. Al netto della pandemia, la nostra azione in Italia e all’estero continua, cercando di sfruttare anche questi canali, attingendo agli strumenti offerti dalle nuove tecnologie e dei nuovi media».

Per informazioni: www.emilianaserbatoi.com/it-it/eventi-e-fiere-1.aspx
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