Per il petrolio quote record che avvicinano i picchi del 2008

26/04/2022

Come il prezzo dei carburanti risente dell’aumento del costo delle materie prima e della guerra in Ucraina? L’escalation delle tariffe al distributore continuerà oppure è terminata? E qual è il peso dei carburanti “green”? Ci sono queste e molte e altre domande al centro delle riflessioni del comparto petrolifero, interessato negli ultimi mesi da significativi aumenti subiti dall’intera filiera e ricaduti, quindi, anche sui cittadini.
Già pochi giorni dopo lo scoppio del conflitto nel Paese dell’Est Europa il prezzo del petrolio ha raggiunto vette impreviste. Dopo i ribassi di due anni fa, in occasione dei lockdown internazionali conseguenti alla prima fase della pandemia, quando erano stati registrati picchi negativi a causa di un brusco rallentamento della domanda di carburanti, adesso la situazione è inversa e sono state toccate quote che rappresentano il record degli ultimi anni, sin dai tempi della crisi economica mondiale del 2008. Il ragionamento vale per entrambe le principali tipologie di greggio, ovvero il Brent e il Wti. Il primo, lo ricordiamo, viene estratto soprattutto dai giacimenti dal Mare del Nord, mentre il secondo arriva dagli Usa meridionali e, più precisamente, dal Texas (da qui proviene il nome “West Texas Intermediate); per entrambi, il primo mercato mondiale di scambio è costituito dalla piattaforma Nymex di New York.
All’inizio di marzo di quest’anno si è andati vicini, infatti, alle quote di luglio 2008, quando per il greggio si toccarono i 147,50 dollari al barile sul listino Brent e i 147,21 sull’indice Wti. Poche settimane fa, infatti, l’8 marzo di quest’anno il Brent ha raggiunto 127,98 dollari per barile e il Wti 123,70. Alla luce di questi dati, è naturale domandarsi quali siano le ragioni che hanno generato questa evoluzione. L’instabilità internazionale è il primo fattore che incide sulle fluttuazioni, ma, oltre alle tensioni geopolitiche, sono più che secondari i termini dei flussi di questa commodity, probabilmente la più importante del pianeta. In particolare, i mercati restituiscono i dati su una domanda che ha ripreso a crescere dopo la fase più dura dell’emergenza sanitaria e, in parallelo, una produzione, regolata dall’Opec, che non tiene il passo con la richiesta. È poi evidente che questi andamenti si inseriscono nel contesto della difficoltà, generalizzata, di reperire e veicolare le materie prime in tutto il mondo, nell’ambito quindi di generalizzati aumenti che riguardano la fornitura di numerose commodities.
Ecco dunque che questo scenario si riflette sugli incrementi anche per i cittadini che si recano nei distributori di carburante per fare rifornimento per la propria auto; decisivo è stato in alcuni Paesi, come l’Italia, l’intervento dello Stato che con misure straordinarie ha provveduto a calmierare i prezzi.
Di tutti questi temi, particolarmente all’ordine del giorno non solo tra gli addetti ai lavori ma di stretta attualità anche tra i cittadini, si parlerà tra pochi giorni a Stoccarda, in Germania, a Uniti Expo, la fiera internazionale di riferimento per il retail petrolifero e per l’autolavaggio. La kermesse con cadenza biennale, che si svolge in presenza e in sicurezza da martedì 17 a giovedì 19 maggio, ritorna dopo l’annullamento dell’edizione 2020 a causa dell’emergenza sanitaria. A questo appuntamento, che si sviluppa su un’area espositiva di 40mila metri quadrati offrendo pure un ampio programma di seminari e convegni, partecipa per la prima volta anche Emiliana Serbatoi (stand 3E36, padiglione 3) che proporrà la gamma di serbatoi e sistemi di stoccaggio per l’industria petrolifera. L’azienda presenterà anche la nuova gamma di cisterne per il Biodiesel, il carburante “green” che rispetta maggiormente l’ambiente.
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